domenica 22 novembre 2009

Luci a San Siro

Sono trascorsi 8 giorni e ancora l'emozione non è passata.
Sto parlando della partita Italia-Nuova Zelanda, che ha visto le due nazionali affrontarsi nella magica cornice dello stadio Meazza di Milano.
Non era la mia prima volta con gli Azzurri (già visti l'anno scorso a Reggio Emilia, proprio il 22 novembre), né la mia prima partita in uno stadio "storico" (quest'anno, a Tolosa, ho visto una partita contro il Bayonne), ma non ero mai entrata al Meazza, né per il calcio né per un concerto.
Sono rimasta impressionata dal colpo d'occhio degli 80.000 e più posti, tutti occupati da una folla variopinta e festosa che seguiva con interesse uno sport che (ne sono certa) non tutti conoscevano nel dettaglio.
L'inno è stato cantato quasi a cappella e, posso assicurarlo, dava i brividi. Alcuni giocatori non hanno retto all'emozione e hanno pianto senza ritegno.
Sulla partita non ho commenti da aggiungere a tutto quello che fino ad oggi è stato scritto: grande cuore, coraggio da vendere, arbitraggio discutibile, risultato ingiusto.
Però è un altro l'aspetto che preferisco sottolineare, anzi sono due.
Il primo riguarda i nostri Azzurri. Ci hanno sentiti urlare il nostro incoraggiamento dagli spalti, hanno avvertito la nostra energia che li spingeva in mischia... lo hanno ammesso con le parole commosse di Parisse a fine partita. Ma allora, gli costava tanto fare un giro d'onore come si deve?
Un mezzo giro alla spicciolata, senza neanche passare sotto la curva verde, che aveva animato alla grande tutta la partita, non è una mancanza di rispetto per chi ha sacrificato soldi e tempo per venire ad applaudirli? Non è difficile, lo fanno tutti. L'hanno fatto gli All Blaks, nonostante la poca sportività degli ultimi minuti di gioco; l'anno scorso lo hanno fatto gli isolani del Pacifico, che hanno addirittura replicato la haka per quelli che a inizio partita l'avevano vista solo di spalle. Insomma, è un piccolo gesto che dà molto al pubblico. E, chissà, potrebbe essere un gesto portafortuna per le partite successive.
Speriamo che ci pensino...
L'altra cosa che volevo sottolineare è l'educazione del pubblico.
Sono stata tra gli ultimi a uscire dallo stadio e sono rimasta stupita dall'ordine e dalla pulizia in cui (almeno il mio settore) è stato lasciato. Molti hanno bevuto birra e mangiato patatine durante la partita (i due sponsor si sono dati da fare con le vendite) eppure a terra non c'era che qualche volantino spiegazzato. Giuro di aver visto dei multisala in condizioni molto peggiori, a fine film!
Che la signorilità del rugby abbia contagiato anche il pubblico? O, più probabilmente, chi va a vedere questo sport è una persona educata che non si sognerebbe mai di buttare un pacchetto di patatine vuoto in terra invece che nel cestino?
Io propendo per la seconda, anche se non mi dispiace pensare che l'esempio in campo abbia avuto la sua utilità.
E ora, comincia il conto alla rovescia per Italia-Scozia...

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Buah... potevo esserci anche io... sigh... Ok... finito.
Speriamo per Italia-Scozia e iniziamo a scommettere su cosa potrebbe andare storto.

Quanto al post.
Anche a Reggio Emilia avevano fatto la stessa cosa e, leggendo i commenti di chi era stato alle altre due partite, sembra che il giro di campo non sia più una delle cose automatiche che viene fatta a fine partita.
Almeno, non da tutti.

Che il "popolo del rugby", come si fa chiamare di solito, consideri lo stadio come casa propria e, per questo, la tenga pulita come fosse veramente casa sua?

Dony ha detto...

Come ben sai di Regby nè "mastico" poco,ma ho visto dgli spezzoni della partita al tg,il momento dell'inno,interviste davanti allo stadio(ti cercavo...)Che bei momenti !!! Riguardo al giro d'onore hai proprio ragione,si deve pur qualcosa,nonostante la sconfitta,hai propri sostenitori!!!P.S- Io invece,faccio il conto alla rovescia,per la prossima ricetta...;)

Profumissima ha detto...

Conosco solo tre appassionate di questo sport, ma, siccome sono tutte e tre persone speciali, propendo per questa ipotesi: il popolo del rugby è più educato. E più intelligente. E più simpatico!

kalligalenos ha detto...

Profumissima, così ci lusinghi...
Dony, quanto prima mi rimetto ai fornelli.
Taksya, cerca di non fare scherzi per Italia-Scozia: se c'è Lamont in campo, senza di te, come faccio a trattenere il Trikeko???

Anonimo ha detto...

Lamont?
Ma se ci siamo tutte e tre ci becchiamo gli Evans... legge di Murphy docet!

kalligalenos ha detto...

E allora nessuna di noi piangerà quando un certo flanker "rullerà" Thom nella sua corsa verso la meta. Che uomo...

paola61 ha detto...

Mi hai fatto rivivere i brividi provati nel vedere lo stadio Meazza stra pieno e tutti cantare l'inno nazionale, la commozione dei giocatori e il comportamento dei tifosi , grandi.Non parliamo dell'arbitro................,parliamo del Lamont che è un bel vedere